Il fatto che le radici abbiano bisogno anch'esse di respirare è noto da tempo. Alcune condizioni diminuiscono la quantità di aria che circola nel terreno e porta al fenomeno chiamato "Asfissia radicale". Può capitare con suoli molto compatti o in caso di allagamento dell'impianto protratto per varie ore.
Le conseguenze di questo fenomeno sono varie e tutte danneggiano la salute della radice e quindi della pianta.
Il primo grosso cambiamento è una forte differenza nella disponibilità dei nutrienti. Il manganese diventa molto più disponibile e può portare a tossicità, mentre altri elementi come il ferro o il fosforo tendono a diventare meno disponibili.
La seconda conseguenza è appunto legata alla respirazione degli esseri viventi del terreno, che siano radici o microrganismi. Più tempo passano in condizioni di asfissia, più questi organismi vanno verso la morte, partendo prima dalle radichette più piccole e i microrganismi, per poi andare anche verso le radici più grosse.
Tutto questo si ripercuote sulla salute della pianta che si ritrova a dover gestire una serie di stress abiotici: disponibilità di elementi lontana da quella a cui è abituata, morte di parti di apparato radicale, ecc. Ovviamente, una pianta sotto stress è anche più sensibile agli attacchi dei patogeni e le radici morte sono un ottimo terreno di riproduzione di molti funghi e batteri dannosi.
Per recuperare dall'asfissia radicale è necessario:
Stimolare la ricrescita di radichette. In questo modo si ristabilisce l'apporto di nutrienti verso gli apparati epigei della pianta e si contrasta l'avanzare di microrganismi patogeni che vivono suoi tessuti morti
Potenziare le funzioni antiossidanti della pianta. Per aiutare la pianta a difendersi dagli stress dovuti all'asfissia radicale bisogna aiutarla a migliorare la formazione di sostanze antiossidanti come la vitamina C ed enzimi come la Cu/Zn-Superossido dismutasi